venerdì 26 ottobre 2012

Così reali da essere irreali. I disegni di DiegoKoi





Le immagini qui riprodotte non sono foto, ma disegni fatti con carta e matita. Della bravura tecnica di Diego Fazio, in arte DiegoKoi, stanno parlando molti siti italiani e americani, rimasti sbalorditi dai suoi disegni "così reali da essere irreali", e da sembrare vere e proprie fotografie. Il giovanissimo artista italiano, un autodidatta classe 1989, originario di Lamezia Terme (CZ), sul suo sito internet spiega che:

"Entra a far parte del mondo dell'arte dilettandosi nel disegnare opere per eventuali tatuaggi realizzando su richiesta diversi lavori. Ispirandosi a grandi artisti giapponesi del periodo Edo come Katsushika Hokusai, DiegoKoi e' riuscito ad appassionare l'occhio delle persone con le sue linee precise e tecniche orientali".






Nel 2011 vince il "Premio del pubblico miglior Artista NonfermArti 2011" e il "Premio sezione pittura NonfermArti 2011" , che gli vengono conferiti nella provincia di Cosenza in occasione dell'evento artistico Nonfermarti 2011. Nel marzo 2012, DiegoKoi vince la selezione del Premio Internazionale Arte Laguna di Venezia con l'opera "Sentenza" e, nello stesso anno, è finalista di uno dei premi più prestigiosi in Italia, il Cairo di Milano, con l'opera Raptus. 
Malgrado nella sua biografia egli rilevi il legame con l'arte giapponese, il suo percorso artistico sembra piuttosto riflettere una sorta di "ritorno all'ordine", espresso in una ritrovata dimensione figurativa fondata sul recupero della tradizione italiana. Nel 1989, quando il giovane pittore nasceva, Argan - noto critico d'arte - scrisse che "Fu attraverso il confronto con la fotografia che l'arte andò via via distaccandosi, per differenziarsi, dal concetto classico della mimesi, e si costituì in proprio una morfologia e un lessico senza radici naturalistiche". Ben presto, "la fotografia invase anche quel dominio: si presentò come operazione più mentale che tecnica, potenzialmente creativa come e più dell'arte", e cessò di essere una fedele trascrizione del realeLungo il corso del Novecento, poi, pittura e fotografia si confrontarono costantemente sia sul piano pratico, come testimoniano molti movimenti di respiro europeo e internazionale quali l'impressionismo, il realismo, l'iperrealismo e il postmoderno, sia sul piano teorico. Oggi quel "concetto classico della mimesi", per dirla con Argan, sembra riaffermarsi con forza nell'opera di questo giovane artista (e non solo, vedi gli oli di Robin Eley), producendo una significativa inversione di rotta rispetto all'arte d'avanguardia e a quella concettuale degli ultimi anni, allo scopo forse di dimostrare la "superiorità" del "mezzo grafico" su quello fotografico. 




1 commento:

  1. anche mio padre quando lavorava al Lingotto con le presse mi diceva che aveva qualche problema con la creatività e l originalità.

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